Collana "Il Flauto Magico", 23 All'età di 27 anni, Salvador Allende Gossens diviene massone, fedele a una tradizione familiare che risale al nonno paterno, quella figura indelebile nella memoria del nipote, il dottore Ramon Allende Padin, che pagava le medicine dei suoi pazienti indigenti ed era stato eletto Gran Maestro della Gran Loggia del Cile. Nei discorsi rivolti ai Fratelli, Allende riconosce in sé tutta l'influenza dei valori di questa Istituzione, "né una setta né un partito", che educa a un ricco umanesimo, alla tolleranza, al perseguimento dei principi di Libertà, Uguaglianza, Fratellanza. È un socialista che combatte contro le tentazioni discriminatorie ai danni dei massoni nel suo partito, e che altrettanto farebbe all'interno della sua Obbedienza massonica, se essa, errando, dichiarasse delle pregiudiziali politiche. Eppure ciò è un aspetto finora rimasto nell'ombra. Per la prima volta, con tanta ricchezza di documenti, la ricerca di Juan Gonzalo Rocha - obiettivo giornalista cileno che non appartiene ad alcuna istituzione massonica - dimostra come "la presenza della Massoneria attraversa l'intera esistenza di Salvador Allende, dall'infanzia all'ultimo istante di vita".